BIOGRAFIA
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Vito Di Bella è da sempre alla ricerca di un modo personale per unire due passioni: l'arte visiva e il teatro, lavorando attraverso la pittura, l'incisione, la videoarte e - naturalmente - la performance e la recitazione.
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Parallelamente al lavoro di attore, studia all'Accademia di Belle Arti di Roma, conseguendo la Laurea quadriennale in Pittura nel 2010 e la Laurea Specialistica in Grafica nel 2012. Successivamente - nel 2016 - consegue la Laurea Magistrale in Storia dell'Arte presso l'Università La Sapienza di Roma.
I suoi studi artistici si concentrano sulla dimensione teatrale presente nell'opera di alcuni artisti visivi, analizzando per le sue tesi di Laurea lo spazio metafisico di Giorgio de Chirico, l'eclettica opera di William Kentridge e la suggestiva scenografia di Anselm Keifer per l'Elektra di Richard Strauss.
Lo studio della storia dell'arte ha aperto un fecondo spiraglio al dubbio e alla ricerca: merito, tra gli altri, di professori come Cecilia Casorati e Robertomaria Siena dell'Accademia di Belle Arti, e Antonella Sbrilli e Claudio Zambianchi della Sapienza.
Fondamentale per lo sviluppo della sua sensibilità artistica l'incontro con i suoi insegnanti in Accademia di Belle Arti: in modo particolare con gli artisti Andrea Volo (pittura), Aristea Kritsotaki e Tania Campisi (incisione).
Con loro scopre l'importanza del gesto pittorico, che deve coinvolgere l'energia di tutto il corpo - non solo delle dita - nell'atto di dipingere e di incidere la materia: pittura e movimento, arte visiva e performance teatrale partono da un'origine comune che è la forza del gesto. Il segno - forte, violento - del bulino e delle sgorbie che si accaniscono sul metallo o sul legno - incisi, feriti - fa emergere la luce dall'ombra della materia. Lo stesso avviene in teatro col corpo dell'attore: gesto, incisioni, ferite per rivelare una verità , una luce nascosta nell'ombra.
Van Gogh, Cézanne, Matisse, Jean Cocteau, Fausto Pirandello, Francis Bacon, Lucian Freud, Balthus, Louise Bourgeois, Kiki Smith, Marlene Dumas, David Hockney, insieme ai già citati de Chirico, Kentridge e Keifer sono tra gli artisti che si aggirano misteriosi nella stanza dove dipinge Vito Di Bella. Di questi cerca di fermare le suggestioni, sperando di coglierne la meravigliosa, perfetta imperfezione che è l'essenza delle cose.
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Nato in Sicilia, a Palermo, segue corsi di disegno, danza classica e moderna, mimo, canto e recitazione.
Dal 1993 al 1995 studia come attore presso la scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi, che lo dirige in Qualcosa di vero dev'esserci basato sulla trilogia del teatro nel teatro di Pirandello. Le illuminanti interpretazioni del testo da parte di Ronconi gli trasmettono lo stupore di fronte alla forza della parola. Dopo il diploma dell’Accademia di Teatro, viene segnalato dal Maestro e vince il premio "Gianni Agus" dell'Associazione Nazionale dei Critici teatrali.
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In teatro è diretto da figure ispiratrici come il regista e lighting-designer Robert Wilson, Martha Clarke al NYC Theatre Workshop insieme a molti registi italiani tra cui Luca Ronconi, Mauro Avogadro, Piero Maccarinelli, Carlo Cecchi, Davide Iodice, Walter Manfrè, Pietro Carriglio, Giancarlo Sepe, Umberto Cantone, Andrea Saraceni e Valter Malosti.
Prende parte a numerosi workshop diretti, tra gli altri, da Judith Malina e da Robert Wilson. Dopo aver partecipato al workshop su The waste land di T.S. Eliot, lavora in questa e in altre produzioni di Wilson (T.S.E, 70 Angels for a façade, G. A Story). L'esperienza con questo grande artista è stata fondamentale per conoscere un modo diverso di utilizzare il corpo e l'energia sul palco, osservando in situ l'interazione tra arte visiva e teatro.
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Lavora per cinque anni con Carlo Cecchi, che lo dirige (tra gli altri ruoli) come Rosenkrantz in Amleto, Claudio in Misura per misura e Damide ne Il Tartufo. Con Cecchi partecipa anche al Festival d'Automne per il Teatro Odeon di Parigi e al Festival El Greco di Barcellona. Da Cecchi impara l'importanza del ritmo e la necessità di mettersi in ascolto dei compagni per cercare la verità dell'azione nel qui e ora della scena. Più tardi, con registi come Davide Iodice e Valter Malosti, può sperimentare una via più interattiva per creare e sviluppare un teatro sperimentale e performativo.
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Vito Di Bella lavora in alcuni film (Il manosrittto del principe di Roberto Andò, Io ti salverò di Mario Caiano e - come uno dei protagonisti - in Vi perdono ma inginocchiatevi di Claudio Bonivento). Lavora anche in diverse serie televisive di lunga durata - tra cui Compagni di scuola e Tutti i sogni del mondo - come personaggio fisso, e come guest in varie serie tra cui Don Matteo. Nella soap opera Un posto al sole, è invece guest regolare per tre anni.
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Nel 2006 lavora a New York al New York Theatre Workshop interpretando un ruolo da protagonista in Kaos di Martha Clarke. Lavorare con la Clarke è un’ispirazione fondamentale nella ricerca di un mondo personale che coniughi l’arte visiva, la performance e la recitazione. Viene poi sponsorizzato dal NY Theatre Workshop per ottenere un visto d'artista (O1 Visa) che gli permette di continuare a lavorare negli Stati Uniti per altri due anni. Il periodo trascorso a New York gioca un ruolo molto importante nella costruzione della sua visione artistica.
Vito Di Bella continua nella sua ricerca di una via artistica personale attraverso la pittura e il teatro. In questi ultimi anni è impegnato con la produzione teatrale de Il Beretto a Sonagli di Pirandello diretto da Valter Malosti.